avere un sorriso smagliante e candido è, sotto sotto, il sogno di tutti.
perché denti bianchi e luminosi, generalmente, comunicano un’immagine positiva e piacevole, soprattutto considerando che la linea del sorriso è, assieme a quella dello sguardo, la prima cosa che notiamo in un interlocutore.
il colore dei denti non è però uguale per tutte le persone, ma varia a seconda del fenotipo, ed è deciso su base genetica.
non tutti sono dunque così fortunati da nascere con un sorriso bianco e bello.
proprio per questo, l’Odontoiatria moderna ha sviluppato, nel corso degli anni, la tecnica dello sbancamento dentale.
leggi questa pagina per saperne di più, e poi affidati al migliore studio dentistico in pieno centro a Milano per lo sbiancamento dei tuoi denti!
Da cosa è dipeso il colore dei denti?
sbiancamento dentale, prima e dopo
al contrario di quello che comunemente si pensa, il colore dei denti non è dipeso dallo smalto, che invece è traslucido.
il colore dei denti è dipeso invece dalla dentina, cioè dalla sostanza interna del dente, che circonda tutta la camera pulpare, dove risiedono le terminazioni nervose e i vasi sanguigni che nutrono tutti i tessuti del dente.
la dentina non è uguale per ogni essere umano, ma ne esistono di differenti colorazioni, decise geneticamente.
possiamo quindi avere un range di colorazioni abbastanza ampio, che va dal bianco-avorio (il colore più pregiato poiché esteticamente più bello) sino al grigio-scuro, il colore meno pregiato in assoluto.
a livello generalista, potremmo classificare il colore della dentina secondo questa lista:
- Dentina bianco-avorio
Il colore più apprezzato, che dona ai denti quella gradazione avorio, molto naturale, che storicamente è considerata la più gradevole.
Persone che nascono con questa gradazione di dentina, generalmente, non hanno bisogno di trattamenti correttivi della colorazione, ma solo di periodica pulizia professionale, per rimuovere le eventuali macchie superficiali, che si formano per contatto con certi alimenti o bevande; - Dentina gialla-crema
Colore meno pregiato rispetto al precedente, rende i denti sempre abbastanza gradevoli, ma di tonalità più scura rispetto a quella bianca-avorio.
È possibile correggere la tonalità (entro certi limiti) con trattamenti sbiancanti professionali, se gradito dal paziente; - Dentina arancione
Colore della dentina che rende i denti giallastri, con tonalità scura, solitamente poco piacevoli alla vista.
Può essere tentato uno sbiancamento professionale, che spesso però ha esiti modesti.
In tali casi, per migliorare la situazione estetica, si può ricorrere all’uso di faccette sintetiche; - Dentina grigia
Colore meno pregiato in assoluto, che rende i denti scuri, di sgradevole aspetto.
La situazione può essere migliorata con uno sbiancamento professionale oppure, in casi refrattari al trattamento, con l’uso di faccette sintetiche
va necessariamente fatto notare che il colore dei denti da molti pazienti richiesto, cioè bianco-splendente tipo perlato, in natura non esiste.
il colore più naturale possibile è quello dato dalla dentina bianca-avorio che, purtroppo, solo poche persone in percentuale possiedono naturalmente.
il colore bianco-latte che spesso viene richiesto al dentista è frutto di irrealistiche aspettative del marketing, e il paziente dovrebbe essere istruito a riguardo, prima di iniziare qualsiasi percorso estetico.
Nonostante in giro vi sia ancora una grande disinformazione, è bene ricordare che la moderna procedura di sbiancamento dentale è assolutamente sicura, non è pericolosa e non danneggia il naturale smalto dei denti.
Viene eseguita con il perossido di idrogeno (la comune acqua ossigenata, ma in gel), fatto penetrare nel dente con delle particolari mascherine a LED.
Questo non causa in danneggiamento dello smalto, né della dentina interna dei denti.
Il colore dei denti si modifica nel tempo?
lo sbiancamento dentale è una procedura odontoiatrica estetica, dal grande impatto visivo
sì, il colore dei denti può essere modificato nel tempo da ciò che assumiamo per via orale: cibo, bevande, oppure fumo o anche l’uso di medicinali o colluttori specifici (tipo quelli a base di clorexidina).
tali modifiche della pigmentazione possono agire direttamente sulla dentina (come l’uso di determinati antibiotici, ad esempio la tetraciclina) oppure macchiare la superficie del dente, quindi lo smalto.
a ciò si aggiunge l’accumulo di placca e tartaro, anch’essi in grado di macchiare la superficie dei denti, e causarne quindi un’alterazione cromatica.
Il dente color bianco splendente è sinonimo di salute e naturalità?
no: il colore della dentina, che ognuno di noi si porta appresso sin dalla nascita, e questo è deciso geneticamente, e può anche essere scollegato dalla salute generale dei denti.
si può avere una dentatura e un parodonto sani anche essendo nati con una dentina che dona una colorazione scura ed intensa agli elementi dentali, e quindi la problematica rientra esclusivamente nell’ambito estetico, ma non funzionale.
va ulteriormente chiarito, in aggiunta, che il colore bianco splendente dei denti degli attori di molte pubblicità, oppure anche di film e televisione, è quasi sempre del tutto innaturale.
difatti, o è un effetto post-prodotto digitalmente, oppure è il risultato di interventi di Odontoiatria Estetica, con largo utilizzo di protesi capsulari o faccette sintetiche.
il colore più pregiato della dentina, va ribadito, è quello bianco-avorio.
è questo lo standard di colorazione considerato più gradevole e naturale, al quale ogni eventuale trattamento correttivo dovrebbe mirare.
Cos’è lo sbiancamento professionale dal dentista?
lo sbiancamento professionale è una procedura odontoiatrica, effettuata sia in studio che proseguita a domicilio (in alcuni casi), che mira a correggere una situazione di colorazione della dentina non ritenuta soddisfacente dal paziente.
il suo scopo è quello di modificare il colore della dentina, rendendolo più candido e gradevole, evitando però di rovinare lo smalto dentale.
tale risultato è ottenuto grazie all’azione del perossido di idrogeno che, unito ad un trattamento a luce LED, riesce a penetrare lo smalto (senza danneggiarlo) e, raggiunta la dentina, può modificarne la pigmentazione.
il trattamento è eseguito sia in studio odontoiatrico, sia a casa, con un kit contenente delle speciali mascherine, che il paziente dovrà indossare per due o tre notti, a seconda dell’indicazione del dentista.
Come funziona lo sbiancamento dentale?
lo sbiancamento dentale si compone essenzialmente di due fasi, imprescindibili l’una dall’altra: la pulizia superficiale, meccanica, e la pulizia profonda, chimica.
la pulizia superficiale ha come scopo quello di pulire lo strato superficiale dei denti, quindi lo smalto, da macchie causate da fumo, caffè, sedimentazioni pigmentose in genere e, non meno importante, la formazione del tartaro, cioè quel biofilm formato dalla placca batterica ormai indurita.
l’ablazione del tartaro (detartrasi) è essenziale per procedere poi con lo sbiancamento vero e proprio, quindi è sempre effettuata prima dell’inizio della procedura chimica.
la pulizia superficiale è effettuata sia con un ablatore ultrasonico che con lo specillo (nei casi di sedimentazione del tartaro particolarmente ostica).
il dentista può completare la pulizia con l’air polishing, ovverosia un getto d’aria, acqua e bicarbonato di sodio che, grazie alla sua azione lievemente abrasiva, riesce a rimuovere con efficacia anche le macchie più piccole.
finita la pulizia superficiale, viene iniziata quella profonda, che si basa sull’applicazione dentale di un particolare gel a base di perossido d’idrogeno in soluzione al 38% oppure un gel a base di perossido di carbammide al 45%.
l’utilizzo dell’uno o dell’altro prodotto è a discrezione del dentista, che lo valuta in base al grado di sbiancamento che vuole ottenere sui denti del paziente.
il tempo di posa dei gel varia dai 15 minuti ai 30 minuti, a seconda della tipologia e del risultato finale che il dentista si è prefissato.
durante la posa, il gel al perossido d’idrogeno viene attivato grazie ad una lampada LED che, rilasciando energia ad una lunghezza d’onda precisa, permette la penetrazione del composto attraverso lo smalto, per mezzo dei radicali liberi che si creano a contatto con i fotoni.
una volta dentro lo smalto, i radicali del perossido d’idrogeno fanno iniziare delle reazioni di ossidoriduzione della dentina, in grado di modificarne la colorazione.
il trattamento professionale a studio è poi completato, qualora l’Odontoiatra lo reputi necessario, dalla continuazione a casa per mezzo di apposite mascherine che, indossate la notte, rilasciano perossido d’idrogeno e continuano il processo sbiancante.
Lo sbiancamento dentale è possibile per tutti i tipi di denti?
lo sbiancamento dentale è una procedura meramente estetica, e non funzionale.
viene quindi praticato solo per soddisfare un bisogno estetico del paziente, nel caso in cui egli non sia nato con un colore della dentina soddisfacente e gradevole, oppure nel caso in cui, nel corso degli anni, sia avvenuto un cambi di pigmentazione tale da rendere necessaria una correzione.
nel caso in cui il paziente sia già dotato di una buona qualità di colorazione della dentina, è sufficiente procedere ai controlli e alla pulizia periodica, alla detartrasi regolare in studio, alla riduzione dei cibi e delle bevande notoriamente pigmentanti (come il caffè) e, in sostanza, all’imperativa e quotidiana igiene orale.
Ci possono essere delle controindicazioni allo sbiancamento dentale?
sì: lo sbiancamento dentale è possibile solo in caso di denti sani, e una bocca altrettanto sana.
lo stato generale dei denti e del parodonto è fondamentale, nello sbiancamento dentale: il dentista deve assicurarsi che non vi siano in essere patologie o situazioni controindicate, come ad esempio la malattia parodontale o carie non trattate.
nel caso siano presenti tali problematiche, è necessario prima intervenire per la loro risoluzione, e solo poi procedere allo sbiancamento professionale.
Lo sbiancamento dentale rovina lo smalto?
quello effettuato in studio professionale, con prodotti a base di perossido di idrogeno o perossido di carbammide regolarmente autorizzati dal Ministero della Salute no: è un trattamento sicuro che non rovina lo smalto dentale.
i gel al perossido d’idrogeno o perossido di carbammide non intaccano lo smalto, ma lo penetrano arrivando direttamente alla dentina, passando attraverso le grandi molecole che lo compongono.
solo il trattamento professionale eseguito nello studio odontoiatrico è sicuro per lo smalto: i rimedi ‘fai da te’ fatti a casa, così come i kit comperati in farmacia, spesso e volentieri non fanno altro che rovinare lo smalto, peraltro con risultati modesti (o nulli) dal punto di vista prettamente sbiancante.
discorso molto simile per i dentifrici abrasivi sbiancanti: non dovrebbero essere mai usati, poiché dall’efficacia molto limitata e dall’alto rischio di rovina dello smalto.
Lo sbiancamento dentale è uguale alla pulizia dentale?
no, nella maniera più assoluta.
lo sbiancamento dentale ha come scopo quello di rendere più gradevole la colorazione della dentina, la pulizia dentale ha invece come scopo quello di diminuire la carica batterica della bocca, asportando il tartaro formatosi tra denti e gengive.
tale pulizia deve essere eseguita periodicamente, a prescindere dalla colorazione naturale della dentina.
detto questo, è imperativo ribadire che lo sbiancamento dentale può essere praticato solo dopo essersi assicurati che non vi sia tartaro in eccesso nella bocca.
a tal scopo, nei casi richiesti, il dentista provvede prima ad una detartrasi completa, e solo poi allo sbiancamento vero e proprio.
Lo sbiancamento dentale è per sempre?
no, ha un effetto limitato nel tempo, dopodiché la dentina ritorna alla sua colorazione decisa geneticamente.
se ben eseguita, tuttavia, la procedura garantisce ottimi risultati per circa un anno, quindi i benefici sono da considerarsi di lunga durata, e di buon bilanciamento rispetto ai costi.
Lo sbiancamento dentale è doloroso?
assolutamente no, è un trattamento totalmente indolore.
i denti del paziente potranno però essere più sensibili per qualche giorno dopo il trattamento.
ciò è considerato assolutamente normale, e non è motivo di preoccupazione.
Possono essere sbiancati anche i denti devitalizzati?
sì, certo.
il trattamento al perossido d’idrogeno è valido anche per i denti non vitali ma, in alcuni casi, per essi ci sarà bisogno di un po’ più di sedute per ottenere i migliori risultati.
in alcune situazioni, il colore particolarmente scuro dei denti devitalizzati è dipeso dalla presenza di tracce ematiche nel dente, segno di una devitalizzazione poco curata.
in tal caso, può essere necessario provvedere all’apertura del dente, alla sua pulizia e alla sua successiva otturazione.
Possono essere sbiancate le protesi?
ovviamente, no: le protesi sono artificiali, non hanno materiale organico su cui il perossido di idrogeno può fare effetto.
lo sbiancamento su tali protesi, quindi, è del tutto inutile.
le protesi però (comprese le faccette sintetiche) possono essere lucidate e pulite da macchie superficiali.
E se la mia dentina è particolarmente scura, come posso fare?
nei casi in cui la colorazione della dentina non permetta di avere dei buoni (e stabili nel tempo) risultati finali, il dentista può prendere in considerazione l’opzione dell’applicazione di faccette sintetiche estetiche.
le faccette dentali sono una buona soluzione anche in presenza di denti devitalizzati che non rispondono bene allo sbiancamento, magari con problemi di discromia non uniforme.
Sono particolarmente fissato con l’avere i denti bianchissimi, è una patologia?
beh… sì, in certi casi la fissazione per i denti perfettamente bianchi è una patologia che rientra nelle neuropatie, chiamata blancorexia.
come molte neuropatie, la blancorexia ha spesso le caratteristiche di un’ossessione, in cui il paziente assume atteggiamenti compulsivi ed irrazionali.
per questo, vale la pena ricordare che vi è un limite allo sbiancamento dentale, che varia da persona a persona e che non può essere superato.
oltre 7-9 toni di sbiancamento è difficile da ottenere e, anche volendo, si rischierebbe di avere un effetto opposto, con un danneggiamento irreversibile della dentina.
ecco perché il paziente che effettua lo sbiancamento dentale deve essere debitamente informato, e soprattutto deve aspettarsi risultati realistici, evitando per l’appunto di entrare in circoli di pensiero patologico, che portano poi alla blancorexia.
I professionisti a Milano per lo sbiancamento dentale
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Quindi ricorda che...
- La dentina, ossia il tessuto organico interno del dente, ha una colorazione specifica, decisa geneticamente, che cambia da soggetto a soggetto;
- Il colore del dente è dato non dallo smalto, trasparente, bensì dalla dentina;
- La dentina naturale più pregiata è quella bianco-avorio, che dona ai denti dei soggetti fortunati che la posseggono la tipica piacevolezza estetica del ‘sorriso bianco’;
- Non c’è necessaria correlazione tra colore della dentina e stato di salute generale della bocca;
- Denti bianchi immacolati e molto riflettenti sono innaturali, frutto di ritocchi fotografici oppure di odontoiatria estetica;
- Lo sbiancamento dentale è una procedura professionale da studio in grado di abbassare fino a 7-9 toni il colore naturale della dentina;
- Lo sbiancamento dentale professionale è realizzato chimicamente, per mezzo di gel al perossido di idrogeno o perossido di carbammide, coadiuvato dall’esposizione ad una luce LED;
- Lo sbiancamento dentale professionale non rovina lo smalto, al contrario invece delle soluzioni ‘fai da te’ o dei kit comperati in farmacia;
- Se ben eseguito, lo sbiancamento dentale dura fino anche ad un anno, dopodiché deve essere ripetuto;
- Esiste un limite massimo di tonalità per lo sbiancamento dentale, che varia da persona a persona;
- Il paziente deve avere delle aspettative realistiche sullo sbiancamento dentale;
- Casi ostici di dentina particolarmente scura possono essere risolti con l’utilizzo delle faccette sintetiche
Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dal Dott. Gianluigi Bittante il giorno:
martedì 06 agosto, 2024
Il Dott. Gianluigi Bittante è un Medico Chirurgo specializzato in Odontostomatologia e Protesi Dentaria.
Ha rilevato lo storico Studio Dentistico Bittante da suo padre, il Dott. Luigi Bittante, che lo aprì nel 1955.
Si è particolar modo dedicato allo studio e al trattamento della parodontite, conosciuta anche come piorrea, di cui è uno dei massimi esperti in Italia.
Lo Studio Dentistico Bittante è, attualmente, uno dei centri di rilievo nazionale per il trattamento della parodontite, e giornalmente riceve pazienti da tutta Italia, curando casi complessi a cui, spesso, è stata proposta l'estrazione di tutti gli elementi dentali danneggiati dalla piorrea.
Nell'esercizio trentennale della professione di Medico, il Dottore ha sviluppato un protocollo di trattamento della parodontite unico in tutto il Paese, chiamato PBG - Parodontologia Biologicamente Guidata.
L'obiettivo del Dottore, spesso realizzato, è proprio quello di salvare i denti dei suoi pazienti con parodontite, evitandone l'estrazione.
Oltre a questo scopo principale, quotidianamente il Dott. Gianluigi Bittante si occupa dell'Odontoiatria d'urgenza, dell'Odontoiatria Estetica, dell'Implantologia e della cura della parodontite.