l’evoluzione del genere Homo, ormai in essere da qualche milione di anni (circa 2,5 per la precisione) ha comportato, come per ogni specie vivente, continue evoluzioni e mutazioni.
tra le strutture del corpo di noi ominidi quella che ha di certo subito i cambiamenti più evidenti è proprio lo scheletro, con tutta l’arcata dentale.
Come tutte le altre specie del mondo, anche noi esseri umani ancora ci stiamo evolvendo, con piccolissime ma costanti mutazioni.
il numero dei denti nella bocca, e nello specifico i molari, è proprio una delle mutazioni in corso che stiamo attualmente sperimentando.
quando si parla di ‘dente del giudizio’ ci si riferisce proprio a quattro molari (due per palato) che, un tempo, erano di certo utili ed utilizzati dai nostri antenati, ma che ora sono diventati superflui ed inutilizzati, tanto da non essere più un vantaggio di specie, ma (a volte) una condizione patologica.
Scopri il perché leggendo questa pagina!
Che cos’è il dente del giudizio?
il dente del giudizio è un retaggio dei nostri antenati primitivi, ormai non più utilizzato nella vita quotidiana
i ‘denti del giudizio’ sono gli ultimi quattro molari delle arcate dentarie, due per ogni arcata (superiore ed inferiore).
La dentatura umana completa e definitiva, sana e senza anomalie congenite, si compone di 32 denti (16 per arcata) con tre file di molari.
Il dente del giudizio è esattamente il terzo molare, quindi proprio l’ultimo dell’arcata.
questo particolare molare è un retaggio ancestrale dei nostri antenati: compare infatti sin dalla scoperta dei resti dell’Homo più antico, l’Homo Abilis, in cui la conformazione cranica e dentale lasciano intuire un utilizzo completo di tutta la fila di molari, terzi compresi.
alla comparsa dell’Homo Sapiens (cioè l’uomo moderno, vale a dire noi) il terzo molare era già praticamente inutilizzato, sia per la fonetica e sia per la masticazione.
Le cambiate abitudine dell’uomo, il sempre meno consumo di carne cruda e l’avanzamento antropologico (con l’inizio dell’agricoltura e della pastorizia), in aggiunta al raffinamento anche nei cibi, ne hanno progressivamente eliminato la necessità, facendolo divenire, di fatto, non più necessario.
Perché i terzi molari vengono chiamati ‘denti del giudizio’?
essendo l'ultimo dente a spuntare, si presume che la persona abbia messo 'giudizio' alla sua eruzione, da cui il curioso nome del terzo molare
la dentizione umana definitiva inizia attorno ai 7-8 anni, con l’eruzione dei primi molari permanenti, per concludersi quasi totalmente poi poco prima dell’età puberale.
il terzo molare è proprio l’ultimo dente a spuntare, ben oltre la pubertà: comincia a prendere posto infatti dopo i 18 anni, e non sono rari i casi in cui spunta definitivamente attorno ai 30.
Un’età quindi matura che, per l’appunto, si ritiene abbia portato ‘il giudizio’ (quindi, un po’ di sale in zucca) ai ragazzi.
piccolo aneddoto socioculturale: nel nostro tempo, in cui peraltro la vita media umana si è molto allungata, si è portati a considerare la popolazione ‘giovane’ anche fino ai 50 anni.
Non è sempre stato così nella storia umana: fino a pochi decenni fa, l’aspettativa di vita era drasticamente più bassa, con innumerevoli casi anche di morti infantili.
fino al XIX secolo circa, era abbastanza comune morire ben prima dei cinquant’anni, come altresì era molto comune contrarre matrimonio ancora adolescenti.
Verso i 25-30 anni un uomo era considerato ben più che adulto, e la donna anche molto prima di quell’età.
Era quindi normale avere il ‘giudizio’ dei grandi già in età che noi definiremo ora invece ‘scolastica’.
Da qui, il nome comune del terzo molare.
Che problemi può dare il dente del giudizio?
se il dente spunta fuori ben posizionato, e trova posto nell’arcata dentale con la giusta occlusione, nessuno: al massimo, un leggero fastidio o arrossamento in fase di eruzione, che si risolve poi spontaneamente quando essa si conclude.
In questo caso, il dente del giudizio prende posto nell’arcata dentale senza problemi e lì rimane, anche se non è utilizzato per la masticazione.
un dente del giudizio con radici fortemente ricurve
i problemi invece nascono, non infrequentemente, quando il dente del giudizio non ha spazio fisico per posizionarsi nell’arcata dentale.
Datosi che il terzo molare è l’ultimo ad uscire e spunta solo a dentizione ultimata, non è raro che esso non abbia spazio necessario per posizionarsi in maniera corretta nelle arcate già stabilizzate.
in questo caso, possono esserci dei problemi, anche seri, causati dall’occlusione sbagliata per colpa del ‘nuovo elemento’ che, sostanzialmente, ‘spinge’ contro una struttura che non potrebbe accoglierlo.
il problema più comune e riscontrato a livello globale è che il dente del giudizio, non avendo giusto spazio per eruttare, s’inclina in posizione sbagliata, causando danni al suo diretto dirimpettante (il secondo molare), e rimanendo quindi parzialmente incluso nel parodonto.
Si parla quindi di inclusione ossea parziale, che può divenire totale quando il dente invece non esce proprio fuori dalla gengiva, rimanendo incluso nell’osso.
questa inclusione parziale o totale può a sua volta causare svariati problemi secondari, come ad esempio infezioni e ricorrenti gengiviti, spesso causate dall’impossibilità per il paziente di pulire adeguatamente i denti del giudizio, difficili da raggiungere con gli strumenti per la pulizia domestici.
L’infezione gengivale, solitamente più frequente nella mandibola, spesso da luogo ad intenso dolore, grande rigonfiamento e, a volte, anche pus.
se il dente è poi particolarmente inclinato in senso orizzontale, c’è la possibilità che la sua eruzione lo obblighi a ‘spingere’ verso il secondo molare, di fatto danneggiandolo.
Non sono infatti infrequenti casi di carie al secondo molare causati proprio dal danneggiamento dello smalto di quest’ultimo per colpa del dente del giudizio.
altre volte attorno alle radici del dente del giudizio si possono sviluppare vere e proprie cisti, che erodono i tessuti ossei anche dell’alveolo dove risiede il secondo molare, con tutte le nefaste conseguenze che la situazione comporta.
Quando sono rimossi i denti del giudizio?
i denti del giudizio sono gli unici denti in tutta l’arcata dentaria a poter essere estratti senza ripercussioni funzionali sugli altri elementi dentali, in quanto non partecipano né alla fonetica e né alla masticazione.
in caso dei problemi poco sopra citati, quindi, solitamente si preferisce toglierli, mediante estrazione.
Tale estrazione può essere semplice o chirurgica, a seconda del posizionamento del dente e, ovviamente, la sua inclusione nell’osso (parziale o totale).
L’estrazione semplice del dente del giudizio
l’estrazione semplice del dente del giudizio non è dissimile da quella riservata agli altri denti, e viene eseguita dall’Odontoiatra con apposita pinza ed elevatore.
può essere eseguita con successo solo nel caso di denti del giudizio con buona parte della corona già fuoriuscita, che rappresentano statisticamente un caso minoritario.
Molto più comune è il caso del dente del giudizio parzialmente incluso, che richiede quindi un altro tipo di estrazione, chirurgica.
Il dente del giudizio, il nome comune con cui è conosciuto il terzo molare, è un dente che solitamente spunta quando tutte e due le arcate dentali sono già conformate e stabilizzate.
Questo può causare problemi di sovraffollamento, specie per i secondi molari, che a volte si vedono 'spinti' dal nuovo dente, con una pressione innaturale.
Non è dunque caro che i denti del giudizio danneggino i molari sani, che invece andrebbero protetti.
Ecco perché l'estrazione del terzo molare, in questi casi, è consigliata.
L’estrazione chirurgica del terzo molare: come si effettua e i rischi che comporta
l'estrazione chirurgica del dente del giudizio non deve spaventare, in quanto totalmente indolore
quando il dente del giudizio è parzialmente o totalmente incluso, e quindi non è possibile usare la pinza e l’elevatore per estrarlo, si deve giocoforza ricorrere all’intervento chirurgico.
con tale intervento il Chirurgo Odontoiatra dapprima solleva la gengiva che include il dente, e poi lo asporta chirurgicamente, spesso aiutandosi spezzando (letteralmente) il dente in più parti, rimosse poi singolarmente.
anche se è una procedura che, nell’immaginario comune della gente, è vista come dolorosa e pericolosa, in realtà è totalmente indolore per il paziente, datosi che è eseguita in anestesia locale.
A fine dell’intervento il Chirurgo Odontoiatra può quindi suturare la gengiva del paziente, e il recupero è pressoché immediato.
il dolore post operatorio, che comunque può essere presente dopo la fine dell’effetto anestetico, è tenuto sotto controllo con l’assunzione di normali antidolorifici, coadiuvati da adeguata terapia antibiotica per scongiurare infezioni batteriche occasionali.
Ci sono rischi durante l’estrazione chirurgica del dente del giudizio?
ogni intervento chirurgico, anche il più banale, comporta dei rischi intrinsechi, non eliminabili mai completamente.
La tecnica chirurgica attuale permette di spezzare il dente del giudizio (anche quello con radici particolarmente ricurve) in più parti, facendolo di fatto implodere e rendendo quindi minimo il trauma dell’osso.
detto questo, è doveroso far notare di come il rischio maggiore dell’intervento sia dato dalla vicinanza delle radici del dente del giudizio con il nervo alveolare inferiore, passante all’interno della mandibola e che dona sensibilità ai denti dell’arcata inferiore, alle labbra e alle gengive.
qualsiasi danno, anche piccolo, a tale nervo può avere ripercussioni su tutto il distretto che esso controlla.
Chirurgicamente, del resto, l’incisione e la rimozione dei tessuti ossei (anche in minima parte) è inevitabile, e la percentuale di rischio di lesione al nervo non possono mai scendere a zero.
ci possono quindi essere problematiche post-intervento di ipoestesia (sensibilità diminuita), anestesia (sensibilità azzerata) o iperestesia (sensibilità aumentata), di natura transitoria o permanente.
molti di questi rischi si possono ridurre con un’adeguata diagnosi e preparazione dell’intervento, recentemente migliorata di molto grazie all’uso della tecnologia TAC in Cone Beam.
Le moderne TAC odontoiatriche a fascio conico possono non solo scansione con precisione tutta la struttura della bocca, ma ricostruirne in 3D l’intera mappatura, anche con le terminazioni nervose.
questo è di grandissimo aiuto per l’Odontoiatra, che quindi può sapere con certezza millimetrica la posizione del nervo alveolare inferiore, evitando quindi di lesionarlo.
L'estrazione del dente del giudizio non deve spaventare il paziente: la moderna Medicina Odontoiatrica ha sviluppato, da molti anni, delle tecniche estrattive, anche chirurgiche, che permettono di risolvere il problema facilmente, senza dolori o traumi per il paziente.
Va ricordato che per tutta la durata dell'interveno di estrazione il paziente è sotto anestesia, e che quindi è assolutamente impossibile provare dolore.
Anche il post intervento, grazie alla profilassi antibiotica e all'uso degli antidolorifici, è decisamente agevole, e la ripresa totale è comunque molto rapida.
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Quindi ricorda che...
- La dentizione umana definitiva inizia verso i 7-8 anni, e si conclude con l’eruzione del terzo molare, chiamato popolarmente ‘dente del giudizio’;
- Nell’arcata dentale completa e non malformata sono presenti 12 molari, sei per palato, tre per lato;
- Il terzo molare non è più utilizzato da migliaia di anni, in quanto non più funzionale all’Homo Sapiens;
- Il dente del giudizio erutta verso i 18 anni, ma può spuntare anche fino ai 30 anni circa;
- Datosi che deve posizionarsi in una bocca già pienamente formata, spesso l’eruzione del dente del giudizio è dolorosa, e danneggia i tessuti circostanti;
- Se il dente del giudizio non trova adeguato spazio per eruttare, può danneggiare il secondo molare, di fatto portandolo alla carie;
- Possono formarsi grandi cisti attorno all’osso del dente del giudizio, che possono a loro volta danneggiare il secondo molare ad esso adiacente;
- Denti del giudizio parzialmente spuntati possono infiammare ed infettare la gengiva, causando frequenti infezioni e, a volte, anche ascessi;
- L’impossibilità di pulizia completa del dente del giudizio li fa divenire bersaglio perfetto della carie batterica;
- Se il dente del giudizio è eruttato senza problemi e non è in posizione compromettente gli altri denti, può essere lasciato nell’arcata, in caso contrario dovrebbe essere rimosso;
- La rimozione chirurgica del dente del giudizio è necessaria nei casi in cui il molare sia parzialmente o totalmente incluso;
- C’è un certo rischio di danneggiamento del nervo alveolare inferiore durante l’estrazione del dente del giudizio, ma esso può essere diminuito dall’attenta diagnosi e il rilievo TAC
Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dal Dott. Gianluigi Bittante il giorno:
martedì 06 agosto, 2024
Il Dott. Gianluigi Bittante è un Medico Chirurgo specializzato in Odontostomatologia e Protesi Dentaria.
Ha rilevato lo storico Studio Dentistico Bittante da suo padre, il Dott. Luigi Bittante, che lo aprì nel 1955.
Si è particolar modo dedicato allo studio e al trattamento della parodontite, conosciuta anche come piorrea, di cui è uno dei massimi esperti in Italia.
Lo Studio Dentistico Bittante è, attualmente, uno dei centri di rilievo nazionale per il trattamento della parodontite, e giornalmente riceve pazienti da tutta Italia, curando casi complessi a cui, spesso, è stata proposta l'estrazione di tutti gli elementi dentali danneggiati dalla piorrea.
Nell'esercizio trentennale della professione di Medico, il Dottore ha sviluppato un protocollo di trattamento della parodontite unico in tutto il Paese, chiamato PBG - Parodontologia Biologicamente Guidata.
L'obiettivo del Dottore, spesso realizzato, è proprio quello di salvare i denti dei suoi pazienti con parodontite, evitandone l'estrazione.
Oltre a questo scopo principale, quotidianamente il Dott. Gianluigi Bittante si occupa dell'Odontoiatria d'urgenza, dell'Odontoiatria Estetica, dell'Implantologia e della cura della parodontite.