La parodontite è una seria patologia di gengive ed osso alveolare che, se non curata, può portare alla perdita dei denti naturali.
Ogni anno, nella sola Italia, milioni di persone sono affette da questa grave malattia del parodonto, con un costo sociale ed economico enorme, per il nostro Sistema Sanitario Nazionale.
I problemi funzionali, estetici e psicologici che crea la piorrea, il nome comune della parodontite, sono davvero gravi, e spesso sono scoperti quando ormai è davvero troppo tardi per intervenire.
Fortunatamente, la moderna Medicina Odontoiatrica può fare molto per impedire la perdita dei denti naturali, a patto però che la parodontite venga diagnosticata e trattata per tempo.
Rispetto a molti anni fa, questi protocolli ormai sono talmente efficaci che di rado prevedono il ricorso alla Chirurgia, che viene riservata solo a casi ormai sempre più selezionati.
Leggi questa pagina per scoprire cos’è la parodontite, e quali sono i moderni protocolli non chirurgici di trattamento della tanto temuta ‘piorrea’.
Cos’è la parodontite?
La parodontite, chiamata anche piorrea, è una grave affezione delle gengive e dell’osso alveolare, ossia i tessuti di protezione ed ancoraggio dei denti.
Si manifesta come un’infiammazione cronica delle gengive, che ne causa una lenta ma inesorabile retrazione verso l’apice radicolare dei denti.
Questa retrazione scopre le radici dentali e crea delle vere e proprie tasche (chiamata tasche parodontali), sempre più profonde, che si riempiono presto di placca batterica e tartaro.
Le tasche parodontali, se non si interviene per tempo con l’idonea terapia, diventano sempre più profonde, sino ad arrivare all’osso alveolare e il legamento parodontale, i tessuti che tengono attaccati i denti a mascella e mandibola.
Senza più il legamento parodontalee e con l’osso alveolare consumato dai batteri, i denti perdono il loro supporto di ancoraggio, e cominciano a dondolare sempre più, per poi venire espulsi.
Assieme alla carie dentale, la parodontite è la prima causa della perdita dei denti naturali, definita in gergo medico edentulia.
Da cosa è causata la parodontite?
La parodontite è causata dalla reazione delle gengive ad un iper-proliferazione di determinati ceppi batterici, chiamati parodontopatogeni.
Sono noti ormai da molti anni oltre 700 ceppi batterici parodontopatogeni, tra cui il Porphyromonas gingivalis, la Prevotella intermedia Fusobacterium nucleatum, l’Actinobacillus, l’Aggregatibacter actinomycetemcomitans, il Neisseria e il Veillonella.
i batteri parodontopatogeni sono l'agente eziologico della piorrea
Questi batteri, che popolano naturalmente la nostra bocca, in condizioni di normalità sono tenuti sotto controllo dal sistema immunitario del cavo orale, che ne limita dunque la proliferazione.
In alcuni casi, tuttavia, la crescita della colonia dei batteri parodontopatogeni risulta eccessiva, tanto da irritare ed infiammare le gengive che, per proteggere i tessuti profondi, si ritirano, tentando di ‘chiudere’ così la strada ai batteri.
Ritirandosi, le gengive però creano delle tasche parodontali, dove si annidano altri batteri, perpetuando così l’infezione, che risulta dunque cronica.
Dopo anni di ipotesi e speculazioni, la moderna Medicina ha chiarito una volta per tutte che questa sensibilità delle gengive all’attacco dei batteri parodontopatogeni è dipesa in buona misura da una predisposizione genetica.
La parodontite rientra dunque nel vasto elenco delle patologie ereditarie, ed è anzi (forse) quella più comune in tutto il mondo occidentale.
Nella sola Italia, il Ministero della Salute ha stimato che almeno il 60% della popolazione del Paese è affetto, a qualsiasi livello, dalla malattia parodontale.
Su una popolazione di circa 50 milioni di persone (di cui oltre il 70% over 45), parliamo di un'epidemia che affligge quasi 35 milioni di persone.
La parodontite è una patologia a trasmissione ereditaria, o meglio: la cui predisposizione è a trasmissione ereditaria.
Sebbene non si possa ereditare la piorrea in sé, è ereditata la sensibilità dei tessuti del parodonto ad infiammarsi e retrarsi sotto l'azione dei batteri parodontopatogeni.
La scienza medica ha da anni messo a punto un semplice ed affidabile test genetico per stabilire la predisposizione o meno alla parodontite, eseguibile senza difficoltà in studio odontoiatrico.
Qual è l’agente eziologico della parodontite?
La parodontite è causata da una risposta estrema ed eccessiva delle gengive alla proliferazione di particolari ceppi di batteri anaerobi, definiti parodontopatogeni.
Non tutti gli esseri umani sono egualmente ricettivi a questi batteri, che normalmente popolano il nostro cavo orale, nutrendosi dei residui del nostro cibo.
Alcune persone hanno un’altissima tolleranza alla presenza dei batteri parodontopatogeni, altre invece hanno una tolleranza molto più bassa.
Il livello di questa tolleranza è deciso geneticamente, e definisce la predisposizione o meno alla piorrea.
I batteri parodontopatogeni sono batteri anaerobi, quindi possono sopravvivere in assenza di ossigeno.
Questo è un problema per la nostra salute, in quanto le colonie batteriche che s’infilano sotto le gengive e nelle tasche parodontali possono così proliferare anche senza ossigeno, anche crescendo sotto le placche di duro tartaro (il risultato della calcificazione della placca batterica).
Ciò consente ai batteri parodontopatogeni di infiammare sempre più le gengive, arrivando sino all’osso alveolare, che possono facilmente distruggere e disgregare.
La parodontite è ereditaria?
Non si eredita la parodontite in sé, ma la sua predisposizione.
Tale predisposizione è data dal corredo genetico che ognuno di noi si porta dietro, ereditato dunque dai propri genitori.
La sola predisposizione però non è sufficiente a far iniziare la patologia: per scatenarsi, la piorrea ha bisogno di una condizione orale favorevole, con un ambiente idoneo, dalla giusta carica batterica.
È opinione comune nella comunità scientifica che, anche in presenza di predisposizione genetica, la parodontite non può comunque manifestarsi se il paziente mantiene una corretta igiene orale, con pulizie professionali periodiche e una regolare igiene domiciliare.
Vi sono dei fattori scatenanti la parodontite?
La parodontite è una patologia a predisposizione genetica, tuttavia la sola predisposizione, di per sé, non è sufficiente per iniziare la retrazione gengivale.
Occorre difatti che nella bocca del paziente vi sia una determinata condizione di iper-proliferazione dei batteri parodontopatogeni, con una loro carica idonea, sufficiente per scatenare la risposta infiammatoria delle gengive.
La Medicina ha definito ‘fattori scatenanti’ tutti quei fattori, ambientali o comportamentali, atti a ridurre drasticamente le difese immunitarie del paziente predisposto alla parodontite e, al contempo, ad aumentare la carica dei batteri parodontopatogeni.
I fattori scatenanti noti sono:
- La scarsa o insufficiente igiene orale quotidiana;
- L’assenza di controlli periodici dal dentista;
- L’assenza di igiene professionale periodica in studio;
- Il diabete mellito;
- Il tabagismo, in ogni sua forma;
- L’abuso di alcool e l’uso di stupefacenti;
- Una radioterapia o una chemioterapia;
- Una patologia concomitante debilitante, in grado di abbassare notevolmente le difese immunitarie (ad esempio, infezione da HIV non trattata);
- Periodi di forte stress che si cronicizzano
Il moderno trattamento non chirurgico della parodontite si basa su un piano terapeutico di sedute di igiene orale professionale, in cui viene poco alla volta abbassata la carica batterica dei batteri parodontopatogeni.
Per ottenere questo risultato, il professionista sanitario può utilizzare svariati strumenti a sua disposizione: l'ablatore ultrasonico, la curette, il laser odontoiatrico ad alta potenza oppure le polveri battericide della terapia GBT (Guided Biofilm Therapy).
L'obiettivo è quello di abbassare la percentuale dei batteri parodontopatogeni, responsabili dell'infiammazione cronica del parodonto, aumentando contestualmente la percentuale di batteri saprofiti (i batteri 'buoni').
Quali sono i sintomi della parodontite?
La parodontite è una patologia cronica ed irreversibile, che risulta abbastanza subdola, poiché i sintomi iniziali sono spesso sottovalutati od ignorati dal paziente.
Esistono essenzialmente tre stadi della parodontite, ognuno di gravità crescente a seconda della retrazione gengivale e della distruzione dei tessuti del parodonto:
La gengivite, ossia il primo stadio della parodontite
Si manifesta come un arrossamento e un rigonfiamento anomalo delle gengive, che appaiono rosse e gonfie, dolenti al tatto, spesso sanguinanti se premute o se anche solo sfiorate con lo spazzolino.
Questo stadio è l’unico ad essere pienamente reversibile, se curato per tempo: difatti, nella gengivite i tessuti parodontali sono infiammati, ma non ancora retratti.
Se curata con l’immediata igiene professionale e con un cambio radicale delle abitudini igieniche domiciliari del paziente, la gengivite può completamente rientrare, evitando di degenerare nel secondo stadio, cronico, di parodontite.
È di estrema importanza, pertanto, provvedere subito alle terapie in studio, appena il paziente nota i primi sintomi come gonfiore gengivale, rossore anomalo delle gengive, sanguinamento durante la normale pulizia quotidiana dei denti;
La parodontite
Questo stadio, successivo a quello della gengivite non adeguatamente curata, è già cronico ed irreversibile.
Le gengive, sotto il costante attacco dei batteri parodontopatogeni, si cominciano a ritirare verso l’apice radicolare, scoprendo a poco a poco la radice dei denti (non protetta dallo smalto).
Ritirandosi, le gengive formano delle tasche, le tasche parodontali, dove si possono annidare altri batteri, formando delle spesse placche di tartaro (batteri calcificati) sotto le quali altri batteri parodontopatogeni, essendo anaerobi, continuano a vivere e proliferare, perpetuando così l’infiammazione.
Oltre alla tumefazione delle gengive, spesso ben visibile anche ad occhio non clinico, si manifestano sintomi quali aumentata sensibilità dentale, sanguinamento, dolore al tatto e alla pressione e alitosi cronica.
A volte, possono presentarsi episodi di ascesso gengivale, con la formazione di dolorose sacche purulente sul bordo della gengiva, in prossimità della tasca parodontale, che necessitano urgente intervento medico;
La piorrea e la perdita degli elementi dentali
Questo è l’ultimo stadio della parodontite, sicuramente il più grave.
Le tasche gengivali sono divenute così profonde da essere arrivate sino all’osso alveolare, dove i batteri hanno cominciato a distruggere il cemento radicolare e l’osso stesso.
Senza più il supporto del suo ancoraggio, il dente comincia così a muoversi sempre di più, per poi cadere spontaneamente.
Va fatto notare che questi stadi compongono un percorso decisamente lento.
Difatti, occorrono anni, solitamente, per permettere alla parodontite di arrivare sino all’osso alveolare, e provocare così l’edentulia (perdita dei denti naturali).
In questo lungo tempo è possibile intervenire con le cure odontoiatriche, fermando l’infiammazione e permettendo alle gengive di smettere di ritirarsi.
Come si diagnostica la parodontite?
La parodontite si diagnostica con una visita clinica odontoiatrica, in cui il dentista, o l’igienista orale, analizza la condizione delle gengive del paziente.
Oltre alla retrazione visibile delle stesse, il dentista misura anche, con un’apposita sonda millimetrata, la profondità delle tasche parodontali.
Profondità superiori ai 3,5 mm, considerato il massimo fisiologico, sono sintomo evidente di parodontite.
Anche la mobilità dei denti va controllata, e possono essere eseguite delle lastre radiografiche, o ancor meglio un’ortopanoramica, per valutare la condizione delle radici dei denti.
Quali sono i trattamenti non chirurgici per la parodontite?
La Medicina Odontoiatrica moderna ha messo a punto efficaci protocolli non chirurgici per trattare la parodontite, sempre tenendo a mente che, al momento, una cura radicale per la piorrea ancora non è disponibile.
Tutti i trattamenti non chirurgici per la parodontite si basano su un assunto fondamentale: se la piorrea è scatenata da una proliferazione incontrollata di batteri parodontopatogeni, la terapia deve abbassare tale carica batterica, di modo da permettere al sistema immunitario di controllare l’infiammazione.
Per abbassare dunque questa carica batterica, sono disponibili le seguenti terapie:
- Ablazione ultrasonica del tartaro e della placca;
- Levigatura radicolare, utile per pulire in profondità sotto le gengive tutte le radici dei denti;
- L’utilizzo del laser odontoiatrico, in grado di arrivare a pulire in grande profondità le tasche parodontali;
- L'utilizzo di antibiotici e disinfettanti locali, iniettati direttamente sotto la gengiva;
- La terapia GBT (Guided Biofilm Therapy), che si basa sull’uso di specifiche polveri polveri sottogengivali sottili e molto delicate, come ad esempio l'eritritolo, erogate mediante aria compressa
Tutte queste terapie, non chirurgiche e non invasive, sono in grado di abbassare enormemente la carica batterica dei microbi parodontopatogeni, arrestando dunque la retrazione gengivale e bloccando l’avanzata della parodontite.
Qualsiasi terapia professionale in studio deve comunque essere abbinata all’idonea igiene casalinga quotidiana: il paziente deve essere istruito adeguatamente sul come pulire i denti, quale tipo di spazzolino utilizzare e come utilizzarlo, se utilizzare scovolini e quali collutori e dentifrici utilizzare.
Solo l’accoppiata trattamenti periodici in studio e scrupolosa igiene quotidiana possono evitare la recidiva della parodontite, e di questo il paziente deve essere necessariamente messo al corrente.
Durante il trattamento non chirurgico per la parodontite, è estremamente utile per il Medico Odontoiatra sapere come sta venendo modificata la composizione batterica del cavo orale del paziente.
Quest'informazione di vitale importanza per la buona riuscita della terapia è ottenuta per mezzo dei test microbiologici, eseguiti senza difficoltà direttamente nello studio odontoiatrico.
Possono essere necessari anche molti test microbiologici in corso di terapia, per permettere al Dentista di avere un quadro chiaro della riuscita della stessa.
Ogni quanto vanno ripetuti i trattamenti non chirurgici per la parodontite?
La parodontite è una patologia cronica e degenerativa, al momento non pienamente curabile dalla scienza disponibile.
Le moderne terapie, di grande ed indubbia efficacia, possono però fermare il processo d’avanzamento e distruzione dei tessuti parodontali, garantendo la salvaguardia dei denti naturali del paziente.
La predisposizione genetica alla parodontite però obbliga il paziente a periodici controlli e igiene in studio, secondo un piano che viene stilato dal dentista o dall’igienista dentale, e calibrato anche sulla risposta ai trattamenti del paziente stesso.
Questo vuol dire che il paziente affetto da parodontite dovrà eseguire i regolari controlli e le regolari sedute di igiene orale, ripartite usualmente a tre mesi, a sei mesi o anche annualmente, a discrezione del dentista e, soprattutto, proporzionali alla risposta delle sue gengive.
Ciò non deve comunque spaventare il paziente: le sedute professionali di igiene orale sono pienamente sopportabili e non richiedono molto tempo o grande esborso economico, e possono dunque essere considerate come una delle tante cose che si devono fare nella vita, con cadenza periodica.
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Quindi ricorda che...
- la parodontite, meglio conosciuta col nome comune di piorrea, è una patologia cronica e degenerativa del cavo orale, in particolar modo delle gengive e dell'osso alveolare;
- la piorrea è causata da una particolare predisposizione genetica a dei batteri anaerobi chiamati parodontopatogeni, che popolano costantemente il nostro cavo orale;
- i batteri parodontopatogeni sono solitamente controllati dal sistema immunitario, ma a volte si replicano in maniera incontrollata, dando origine ad una lenta ma costante retrazione gengivale;
- la retrazione gengivale è il sintomo più grave della parodontite, poiché lentamente corrode tutta la gengiva sino all'osso, a cui la radice del dente è ancorata;
- occorrono di solito molti anni affinché la parodontite scavi la gengiva sino all'osso ma il processo, una volta iniziato, è irreversibile se non nella primissima fase, chiamata gengivite;
- in italia, circa il 60% della popolazione è affetto da parodontite;
- la diagnosi della parodontite è spesso fatta in pazienti over 50, con sintomi ormai gravi, ma il suo inizio subdolo e spesso ignorato sembra colpire specialmente i pazienti giovani, sotto i 40 anni;
- è stato sviluppato, nel corso del tempo, un affidabile test genetico per stabilire la predisposizione alla parodontite;
- il trattamento della parodontite che si basa sui test genetici e biotest microbici prende il nome di parodontologia biologicamente guidata, ed è allo stato attuale l'eccellenza medica per contrastare la piorrea;
- la parodontologia biologicamente guidata può salvare i denti dalla caduta, arrestando il processo degenerativo della parodontite ed impedendone la recidiva;
Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dal Dott. Gianluigi Bittante il giorno:
martedì 06 agosto, 2024
Il Dott. Gianluigi Bittante è un Medico Chirurgo specializzato in Odontostomatologia e Protesi Dentaria.
Ha rilevato lo storico Studio Dentistico Bittante da suo padre, il Dott. Luigi Bittante, che lo aprì nel 1955.
Si è particolar modo dedicato allo studio e al trattamento della parodontite, conosciuta anche come piorrea, di cui è uno dei massimi esperti in Italia.
Lo Studio Dentistico Bittante è, attualmente, uno dei centri di rilievo nazionale per il trattamento della parodontite, e giornalmente riceve pazienti da tutta Italia, curando casi complessi a cui, spesso, è stata proposta l'estrazione di tutti gli elementi dentali danneggiati dalla piorrea.
Nell'esercizio trentennale della professione di Medico, il Dottore ha sviluppato un protocollo di trattamento della parodontite unico in tutto il Paese, chiamato PBG - Parodontologia Biologicamente Guidata.
L'obiettivo del Dottore, spesso realizzato, è proprio quello di salvare i denti dei suoi pazienti con parodontite, evitandone l'estrazione.
Oltre a questo scopo principale, quotidianamente il Dott. Gianluigi Bittante si occupa dell'Odontoiatria d'urgenza, dell'Odontoiatria Estetica, dell'Implantologia e della cura della parodontite.